Forse nessun’altra regione nella catena alpina ha destato tanto interesse, e per motivi così diversi, come le Dolomiti: alpinisti e geologi, poeti e naturalisti hanno esplorato, studiato e ammirato questo mondo meraviglioso e singolare. In tempi più recenti, con l’affermarsi del turismo di massa, degli sport invernali e con la riscoperta della natura, le Dolomiti si sono esposte all’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Le Alpi vantano vette ben più elevate e superbe, giganteschi massicci granitici ed aspri ghiacciai eppure chi ha contemplato la perfetta triade delle Cime di Lavaredo, le slanciate Torri del Vajolet o il leggendario Catinaccio, chi ha ammirato le ardite architetture delle Dolomiti di Brenta, delle Pale di San Martino, del massiccio del Sassolungo o l’imponente parete sud della Marmolada, conosce il fascino misterioso di questi monti. Tornano alla mente le poetiche leggende nate dalla fantasia degli antichi pastori e montanari, quasi si scorgono nelle bizzarre ed eleganti strutture di roccia i favolosi castelli dei Fanes, ed ogni sera, nel fulgore del tramonto, sbocciano sulle grigie pareti del Catinaccio le rose incantate di Re Laurino e nelle chiare notti lunari possiamo immaginare i piccoli nani filare la luce della luna per rivestirne le belle vette dolomitiche, chiamate per questo i “ Monti Pallidi “.